Gli scambi giovanili internazionali

L’educazione non formale, è la metodologia privilegiata, per non dire esclusiva, negli scambi giovanili interazionali. Infatti rappresenta uno dei tre elementi, insieme all’apprendimento interculturale e la spinta verso la partecipazione e la cittadinanza attiva a rendere gli scambi giovanili un successo. Gli scambi sono uno strumento educativo complementare all’educazione formale e, attraverso la partecipazione a programmi di durata più o meno lunga, prevedono lo svolgersi di attività formative e la condivisione di esperienze con altri giovani, diventando così un momento di confronto sia con la propria che con altre culture. Gli scambi non sono quindi attività fini a se stesse, ma sono uno strumento pedagogico, un mezzo per facilitare la scoperta, l’apprendimento interculturale e solidale. L’’incontro e la creazione di un dialogo fra cittadini di diverse nazionalità, sono orientati a:

· promuovere la comprensione interculturale, grazie all’incontro di giovani di diverse nazionalità, permette lo sviluppo di sentimenti di solidarietà, e di conseguenza ciò permette di combattere l’insorgere di nazionalismi, del razzismo e di sentimenti xenofobi;

· promuovere l’internazionalizzazione da una parte delle organizzazioni, attraverso l’incremento delle occasioni di cooperazione internazionale, lo scambio di buone pratiche e la condivisioni di esperienze positive e metodi fruttuosi adottati da altre nazioni che infine portano anche a un miglioramento della qualità delle attività. Dall’altra parte dei singoli partecipanti che hanno la possibilità di migliorare le competenze che gli permettono di agire in un ambiente internazionale, come la conoscenza di una o più lingue straniere, la conoscenze di realtà estere e di nuovi metodi di lavoro;

· sostenere lo sviluppo di conoscenze, competenze e abilità personali (come l’empatia, la tolleranza, l’adattabilità, la gestione dello stress, capacità decisionali, …) e professionali degli individui coinvolti.

Gli scambi ricoprono un grande ruolo specialmente nello sviluppo delle cosiddette soft skills (competenze relazionali) grazie all’aumento della fiducia in se stessi, dello spirito d’iniziativa, delle competenze linguistiche e della comprensione interculturale. Difatti, durante gli scambi, i giovani si mettono alla prova e ciò li porta a scoprire potenzialità e competenze nuove o a migliorare quelle di cui erano già coscienti. Il maggior esempio di scambi giovanili internazionali è Erasmus+, programma dell’Unione Europea per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport in Europa. Esso offre a persone di ogni età la possibilità di sviluppare e condividere conoscenze e competenze presso istituti e organizzazioni di diversi paesi. Inoltre le opportunità offerte dal programma Erasmus+ interessano un’ampia gamma di organizzazioni, tra cui università, istituti di istruzione e formazione, centri di ricerca e imprese private.

Erasmus+ si propone di ridurre la disoccupazione specie fra i giovani; promuovere l’istruzione degli adulti, in particolare per quanto riguarda le nuove competenze e le abilità richieste dal mercato del lavoro; incoraggiare i giovani a partecipare alla vita democratica in Europa; sostenere l’innovazione, la collaborazione e le riforme; ridurre l’abbandono scolastico; promuovere la collaborazione e la mobilità con i paesi partner dell’Unione Europea.

 

Roberta Guerriero

Volontaria in Servizio Civile